maggio duemilaotto

odi...

i gufi e le civette (tranne edvige e anacleto);
rompere con le dita la buccia del mandarino;
lavare le posate;
dormire con le ginocchia e le caviglie a contatto;
prendere la scossa quando suono ad un citofono;
quelli che dicono "rùbrica";
leggere libri prestati;
strappare la carta dei pacchetti di gomme da masticare prima che siano finite;
chi si ferma alle rotonde quando ha la precedenza;
l'acqua in faccia la mattina;
leggere il giornale appena sveglia;
toccare il sale e la farina;
fermarmi a guardare un incidente per la strada;
le grate.

...et amo

la frase con la quale comincia un libro, e anche la dedica;
compilare moduli;
le case cantoniere;
i negozi di lampadari;
i libri per bambini, meglio se ben illustrati;
il freddo che entra dalla finestra quando sei sotto il piumone;
i caleidoscopi;
le palle stroboscopiche;
abbinare mollette e grucce ai vestiti;
le coccinelle che ti si posano addosso;
fare un'unica spirale con la buccia della frutta;
le citazioni;
le figure retoriche;
l'odore di bruciato;
l'odore della vernice;
il rumore del fon;
le ombre delle gocce di pioggia sul parabrezza;
l'asfalto bagnato, la sera, sotto la luce gialla dei lampioni;
i granelli di zucchero che restano nella schiuma del cappuccino.